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Il significato di "casa"

Merieme è stata appena licenziata dall’albergo in cui lavorava come cameriera e ora non sa in che modo continuare a mandare i soldi alla figlia rimasta in Guinea. Mamadou, invece, ha appena trovato lavoro, ma deve lasciare il centro di accoglienza e non ha la possibilità di sostenere le prime spese per un affitto regolare. Karim ha 18 anni, è arrivato da poco dall’Afghanistan, ha studiato con impegno l’italiano, ma non ha alcuna esperienza che gli permetta di trovare un impiego in Italia.

Sono loro, e purtroppo sono sempre più numerose, le persone che ogni giorno si rivolgono agli sportelli del Centro Astalli per ricevere aiuto, informazioni, sostegno economico. Hanno storie diverse, ma tutti vivono un momento di particolare difficoltà, aggravato da una crisi economica che sembra non voler allentare la morsa soprattutto nei confronti di chi è più fragile e non ha le risorse necessarie per riprendere in mano la propria vita.

Offrire ai rifugiati servizi di prima accoglienza come l’assistenza legale, l’insegnamento della lingua, la riabilitazione psicofisica purtroppo non è sufficiente per aiutarli a riconquistare autonomia e indipendenza. Per questo il Centro Astalli è sempre più impegnato in progetti che mirano a fornire un orientamento, ma soprattutto un sostegno concreto per chi ha bisogno di intraprendere un percorso di formazione professionale o un tirocinio in un’azienda, che spesso rappresenta il primo fondamentale contatto con il mondo del lavoro italiano.

Nell’estate 2012 è stato avviato un progetto, in partenariato con la Caritas di Roma e finanziato dal Fondo europeo per i rifugiati, che prevede attività di accompagnamento per adempiere le pratiche amministrative e un servizio di orientamento e sostegno nella ricerca di alloggi autonomi.

Si sono conclusi nel mese di febbraio le attività realizzate grazie al contributo della Regione Lazio, con il progetto «Un’accoglienza inclusiva. Misure di contrasto alla povertà in favore di persone senza fissa dimora»: sono stati sostenuti una settantina di beneficiari in condizioni di forte disagio nell’inserimento lavorativo o abitativo.

Lo scorso dicembre, infine, è stato attivato il progetto «100 Percorsi», in collaborazione con le Acli provinciali di Roma, Unitalsi e Mcl, per offrire orientamento legale, corsi di lingua e formazione, misure di sostegno all’autonomia di alloggio e lavorativa a cento richiedenti asilo, rifugiati e rom.

Tali progetti ci permettono di accompagnare chi, dopo anni trascorsi tra centri di accoglienza e alloggi di fortuna, intravede finalmente la possibilità, grazie a un piccolo aiuto o una semplice intermediazione con i locatori, di riscoprire il significato della parola «casa».

Fondazione Astalli

 

DALLA PLASTICA ARTE E LAVORO
Refugee scART (www.refugeescart.org) è un progetto di inserimento lavorativo per i rifugiati realizzato da Spiral Foundation, Centro Astalli e Laboratorio53 con il patrocinio dell’Alto Commissariato dell’Onu per i Rifugiati.
L’idea è semplice e di grande utilità sociale: si ripuliscono le strade dalla plastica e si riciclano i materiali di scarto generando lavoro che permette ai rifugiati di rifarsi una vita. Ci guadagnano tutti: i cittadini e i rifugiati (nella foto, alcuni prodotti).
Lo scrittore Erri De Luca, tra i sostenitori dell’iniziativa, così descrive Refugee scART: «In un locale offerto dalla solidarietà pura, una squadra di rifugiati raccoglie plastica buttata via e la trasforma in oggetti utili e anche belli. Un laboratorio di pochi utensili dà scopo, dignità e valore alle loro mani buone a tutto. In un solo mese Spiral Foundation ha aperto un’altra breccia nel muro dell’isolamento facendo circolare l’aria fresca della fraternità».

© FCSF - Popoli, 1 marzo 2013