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Lo straniero "diventa" Frank

La storia di un giornalista africano perseguitato; riti e oggetti dell’ebraismo. Due proposte del Jrs agli studenti per scoprire asilo e intercultura

La campanella suona, gli studenti prendono posto nei banchi per assistere a una lezione diversa. Non è il professore di matematica, italiano o inglese che stanno per incontrare. Oggi incontrano Frank, un rifugiato camerunense, che racconta loro l’esperienza dell’esilio, una storia di dolore e di speranza.

«In Camerun facevo il giornalista. Durante il periodo delle elezioni presidenziali avevo denunciato, in un articolo, i brogli che si erano verificati e che avevano tolto ai camerunensi il diritto di eleggere liberamente il proprio presidente. Paul Biya è al governo del Camerun da oltre trent’anni. La libertà di stampa non è garantita e chi fa il mio mestiere è abituato a controlli continui o a convocazioni presso gli organi di polizia. Quel giorno però tutto è andato in modo diverso. Hanno fatto irruzione in casa mia, mi sono subito nascosto ma loro hanno aggredito mia moglie, l’hanno ferita a una gamba e l’hanno minacciata chiedendole di rivelare dove mi stavo nascondendo. Ho sentito il suo grido di dolore e mi sono consegnato. Mi hanno trascinato in un furgone come un volgare bandito. Dopo aver subito ingiustamente l’esperienza del carcere e della tortura sono riuscito a scappare».

I ragazzi, attenti e incuriositi, ascoltano l’evolversi della narrazione e pian piano lo sconosciuto, lo «straniero» diventa Frank. Nel fargli le domande lo chiamano già per nome. È questo che rende importante il lavoro che il Centro Astalli svolge nelle scuole con il progetto Finestre. Quando i ragazzi entrano in contatto diretto con il rifugiato, le paure non esistono più, il confronto diventa paritario e alla distanza che spesso si mantiene verso chi è straniero diventa conoscenza e dialogo.

Dall’altra parte di Roma, in un’altra classe, i ragazzi guardano incuriositi alcuni oggetti tipici della religione ebraica. David, giovane studente universitario, il testimone del progetto Incontri, mostra loro la kippah, i tefillin, il talled, spiegando le origini e il significato che essi assumono per ogni ebreo. Poi descrive ai ragazzi le principali feste religiose, le regole alimentari legate al rispetto di alcuni precetti, mostra ai ragazzi le foto di importanti esponenti dell’ebraismo come il rabbino Elio Toaf.

Anche questa volta l’elemento chiave dell’incontro è la conoscenza dell’altro, in uno degli aspetti più intimi e importanti: la sua fede.


Fondazione Astalli


© FCSF - Popoli, 1 ottobre 2012