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Patente per l'autonomia

Il Centro Astalli, in collaborazione con l’associazione Prime Italia, il Centro salesiano del Sacro Cuore, e l’Automobile Club di Roma dal 2010 ha avviato un progetto: l’organizzazione di un percorso di scuola di guida, con l’obiettivo di preparare alcuni ragazzi titolari di protezione internazionale a sostenere l’esame teorico della patente. Il tutto è nato da una unione di sforzi per risolvere un bisogno oggettivo: alcuni ragazzi rifugiati desideravano ottenere la patente per avere più opportunità nel mondo lavorativo, in quanto diverse offerte avevano come requisito l’essere automuniti o, almeno, poter guidare. Spedizioniere, baby-sitter o assistente domiciliare, a Roma è quasi impossibile muoversi senza auto in una serie di professioni.

Dall’esigenza di pochi ragazzi alla creazione di una vera e propria struttura organizzata il passo è stato breve; e così i volontari hanno ripassato il codice stradale, l’Aci ha fornito un sostegno tecnico, mettendo a disposizione i manuali della teoria e installando sui personal computer un software interattivo, che, grazie a filmati, foto e simulazioni, facilita l’apprendimento. Una sala dotata di videoproiettore è stata messa a disposizione dai salesiani, proprio vicino alla stazione Termini, facilmente raggiungibile. Ormai sono numerosi i ragazzi che frequentano il corso.

Due sono i livelli del pre-corso: il primo (base) ha come obiettivo l’assimilazione del lessico tecnico presente nel codice stradale. È un primo modo di avvicinarsi alla materia, incominciando ad avere confidenza con la simbologia della segnaletica stradale, le norme di comportamento presso gli incroci, le regole delle precedenze, ecc.

Il secondo livello prepara lo studente a sostenere l’esame teorico: come affrontare i quiz, cercando di capire quali sono le astuzie contenute all’interno delle domande, stando attenti a rimanere all’interno del tempo massimo a disposizione per eseguire il test. Sempre all’interno dell’orario del corso (due volte a settimana per ciascun livello) è possibile esercitarsi su alcune postazioni pc per fare le simulazioni d’esame, perché spesso l’emozione o la fretta fanno brutti scherzi. Quando lo studente in maniera continuativa fa pochi errori per ogni scheda, si procede all’iscrizione alla vera scuola di guida che lo porterà a sostenere l’esame. Successivamente, superato il test di teoria, insieme alla scuola di guida imparerà a guidare sulle trafficate strade romane per sostenere finalmente l’esame di pratica.

«Sono scappato dall’Eritrea senza poter conoscere l’esito degli esami che avevo sostenuto per la licenza superiore - racconta Mikias, un giovane rifugiato che è stato il primo a conseguire la patente seguendo il corso -. Avevo studiato tanto ed era un traguardo a cui ambivo da tempo. Poi la guerra ha vanificato ogni sforzo e tutto ciò che era normale, d’improvviso non lo era più. Oggi la patente di guida, oltre a darmi una possibilità in più nel lavoro in Italia, è un riconoscimento al mio impegno e, per chi come me è scappato dalla guerra poco più che bambino, è il simbolo di una dignità acquisita dopo tanto dolore». L’iter non è semplice per molti rifugiati, ci vuole costanza, pazienza, ma le statistiche mostrano che i ragazzi che riescono a ottenere la patente sono in costante aumento.

Fondazione Astalli

 

I NUMERI DEL PROGETTO
Ad iscriversi al corso sono prevalentemente uomini, con un’età media di 31 anni, provenienti soprattutto dall’Eritrea (48%) e dall’Afghanistan (25%), La maggior parte di loro è titolare di protezione sussidiaria (52%), mentre il 35% ha lo status di rifugiato.
A un anno dall’avvio del progetto, 25 persone sono iscritte all’Automobile Club di Roma per sostenere l’esame teorico e successivamente seguire le lezioni pratiche. Di queste, dodici hanno conseguito la patente B, mentre cinque hanno superato l’esame teorico e si stanno preparando per la prova pratica.

© FCSF - Popoli, 1 gennaio 2013