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Scusate il disagio
Giacomo Poretti
del trio Aldo, Giovanni e Giacomo
Collirio divino
Termina con questo articolo la serie di Giacomo Poretti dedicata a una rilettura semiseria dei Dieci comandamenti. Se vi siete persi qualche puntata le potete ritrovare tutte qui. 

Come tutti i dettami del Decalogo, anche l’ultimo - «Non desiderare la roba d’altri» -
è materia ostica per qualunque essere umano. Per gli Italiani, poi, in questo momento storico, il decimo Comandamento è una spina nel fianco.

Come si fa a non desiderare la nazionale degli altri?
Quella tedesca in particolare.
Come si fa a non desiderare il bilancio di un altro Paese? Quello tedesco in particolare.
Come si fa a non desiderare la determinazione di un altro popolo? Quello tedesco in particolare.
Come si fa a non desiderare un’altra progettualità, un’altra serietà, un’altra onestà, un altro amor patrio, un altro senso dello Stato? Sempre quello tedesco per la cronaca.

Nella Divina Commedia agli invidiosi come punizione
venivano cuciti gli occhi, poiché con quello sguardo avevano desiderato quello che gli altri possedevano, ma soprattutto con quello sguardo avevano desiderato che il male si abbattesse sugli altri.

Però come si fa a non chiedere dall’Alto un altro sguardo,
o se proprio il Padreterno non ne avesse a disposizione, un collirio almeno, che di punto in bianco guarisca la nostra cecità, che ci riconsegni un altro sguardo, non invidioso, ma impietosamente autocritico.

Perché la fantasia, la creatività, la (presunta) genialità,
se non hanno un metodo, un progetto, anche nella Fede, finiscono come la Nazionale di Prandelli.



© FCSF – Popoli, agosto 2014