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L'ultima Parola
Silvano Fausti
Gesuita, biblista e scrittore
Dov'era Dio? Dove sei, uomo?
Quando accade una catastrofe naturale, ecco la solita domanda: «Dov’era Dio?». Qualcuno dice che Dio l’ha voluta per castigare l’uomo peccatore. Così, in occasione dello tsunami in Giappone, ha sostenuto il vice-presidente del Cnr. Questa idea mi fa orrore; eppure - specie quando si vedono soffrire i bambini - resta sullo sfondo il dubbio: perché Dio, che tanto ama l’uomo, permette il dolore innocente?
Alice Guerrini
Busto Arsizio

Sullo sfondo di ogni male c’è sempre un evento comune e naturale: la morte. Ci impressionano molto le catastrofi, perché i morti sono tanti. Ma il male maggiore è il dolore innocente. E male ancora peggiore un Dio che ne è la causa. Il male - nel nostro modo di pensare - è sempre colpa dell’altro, anzi di Dio. Già Adamo incolpò del suo tragico errore la donna e chi l’aveva creata.
Ma Dio è per definizione buono e onnipotente. Se è impotente o cattivo, che Dio è? Per uscire dal dilemma, c’è chi interpreta il male come giusta punizione ai nostri peccati. Allora Dio sarebbe il supremo boia che rimedia al male con il peggio: uccide chi sbaglia! Un dio simile, se ci fosse, sarebbe da sopprimere!
«Dov’era Dio?», è la nostra domanda davanti al male. Dio ci risponde come ad Adamo: «Dove sei, uomo?». L’uomo sta di casa dove è amato: il suo «luogo naturale» è Dio. Ma Adamo, pensandolo invidioso e cattivo, cambiò dimora: fuggì e si nascose. Da allora Lui cominciò a cercarlo. E lo trovò nel punto più lontano da sé. Secondo i Vangeli, l’unica volta che l’uomo vide Dio faccia a faccia fu nel luogo più improbabile: appeso sul patibolo dello schiavo ribelle (Luca 23,40ss).
Il primo male è l’immagine diabolica di un Dio tremendo e punitore, quella che le religioni spesso affermano e gli atei sempre negano. Da questa falsa immagine ci libera la croce del Giusto, ucciso per bestemmia e sovversione dal potere religioso e politico.
Il secondo male è il nostro modo di vivere la morte. Per noi il limite non è comunione con gli altri e con l’Altro, ma difesa e attacco contro tutto e tutti. Ignorando di venire dall’amore di un Dio e di tornare a lui, facciamo della vita biologica l’assoluto. Ma la coscienza di perderla ci rende tristi e aggressivi.
Da qui viene il terzo male: ingiustizie, guerre e sofferenze innocenti. Alla domanda di Dio: «Dov’è tuo fratello?», Caino rispose: «Sono forse il custode di mio fratello?». Non custodire il fratello significa ucciderlo. Dove si è irresponsabili dell’altro, regna violenza e sopruso. Il male si scarica sempre su chi non lo fa.
Allora dov’è il Dio che fa giustizia nella storia? Dio è l’affamato, l’assetato, l’immigrato, il nudo, il malato e il carcerato a causa della mia (in)giustizia. Quando in questi fratelli più piccoli vedrò Dio, crocifisso dal mio egoismo, cesserà la mia incoscienza e cominceranno cieli nuovi e terra nuova.
C’è infine il male nella natura: terremoti, tsunami, ecc. Che dire? Meglio tacere! Non resta che il dolore. E la solidarietà per una lenta ripresa della vita. Senza però dimenticare che le catastrofi naturali devono risvegliare la nostra responsabilità. Non siamo padroni della vita nostra o altrui, tantomeno della natura. Questa fa il suo corso. Il male che ne può venire non è punizione di Dio, ma risultato di ignoranza o cattiveria nostra.
Le catastrofi ci rivelano anche il nostro limite naturale: siamo mortali. Chi lo dimentica, cade in delirio e fa cose deliranti. Sta a noi accettare e capire il mistero di vita e morte. Altrimenti unico senso della vita sarà la morte stessa.
Concludendo: unica risposta al male è il dolore che lo fa sentire, la compassione che lo sa lenire, l’intelligenza che lo fa evitare, la responsabilità che lo sa riparare e la conversione che dà nuovi criteri di vivere. Posso affrontare il problema del male solo se amo la vita e accetto «sorella morte corporale» come mio interrogativo di fondo. Se lo ascolto divento «umano», capace di risposte adeguate alla mia dignità. Più la risposta è bella, più è vera ed efficace!
© FCSF – Popoli, 1 ottobre 2011