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La sete di Ismaele
Paolo Dall'Oglio
Gesuita del monastero di Deir Mar Musa (Siria)
E adesso?
8 luglio 2012 - I norvegesi si lamentano dell’estate più piovosa del solito. Una settimana a Beirut d’impegno con i media, pochi giorni in Kurdistan per la nuova fondazione monastica, poi l’invito al Cairo per il congresso della resistenza siriana, quindi a Oslo per contatti. E adesso? Da quando son salito sull’automobile della nunziatura per lasciare Damasco la sensazione è d’una perdita di memoria, d’un distacco nel profondo… come d’un treno che s’allontana nella nebbia.
Rumore di pioggia; la notte stenta a cadere. Signore, proteggili tu. Mi sento una chioccia tirata via dalla covata, una cagna strappata ai cuccioli. Sono adulti, bravi, motivati e coscienti… vallo a dire a una madre!
L’ultimo sogno a sole già alto: il sacrificio d’Isacco o d’Ismaele. Il figlio nel Corano dice al padre di voltargli la faccia di là, ché non si scori. Tutti i rischi ho corso, incaponitomi a morire… vergogna d’esser canuto davanti a cadaveri imberbi.
Gli hanno sparato in faccia, con altri dodici compagni, mentre tornava dal lavoro. Lo riportiamo a casa dai suoi... Mi colpisce quanto sia liquido il ventre d’un morto, mentre la macchina dei partigiani sfugge sobbalzando ai posti di blocco, nel tramonto oltre il Libano ancora innevato. A una sosta, il giovane militare, che ha disobbedito per non colpire i fratelli, mi guarda semplice e intenso: «Abuna, non è per gloria né per denaro; è dovere musulmano… Dopo, se vivo, voglio tornare ad arare la terra dei nonni, libero tra liberi!».
La chiesa chiusa. Niente funerale, niente messa per il giovane cristiano ucciso a Homs. I fascisti picchiano i suoi amici ai cancelli e li consegnano ai torturatori…
Ultima sera nel deserto. Le amiche in nero si abbracciano dopo la comunione: alawite, sunnite e cristiane, un solo antico lamento, un unico grappolo di dolore.
L’anziano professore, con tanti anni di galera alle spalle, mi offre una scatola di madreperla con la Cupola della Roccia… Ecco, sono palestinese; e ritornerò!

© FCSF – Popoli, 1 agosto 2012