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L'ultima Parola
Silvano Fausti
Gesuita, biblista e scrittore
Il carcere, la seconda Chiesa d’Europa
«Il carceriere “fece salire in casa” Paolo e Sila» (leggi Atti 16,16-40)

L’incontro di Paolo con il mondo pagano a Filippi è una sequenza di peripezie.
C’è pure la novità di un mondo fatto di schiavi e padroni. Questo farà capire a Paolo che la sapienza e la potenza di Dio differiscono da quella mondana come la vita dalla morte. Unico potere dell’evangelizzatore è vivere ciò che dice. Partecipa al mistero del Giusto, che vince il male con il bene. Da qui persecuzioni, battiture, carcere e minacce di morte; ma anche resurrezione di carcerati e nascita a vita nuova di carcerieri. Se la prima chiesa d’Europa è la casa di Lidia, la seconda è la prigione dove abita un carceriere.

Paolo e compagni vanno dalla casa di Lidia verso il fiume per pregare. Nel cammino, a «evangelizzare» ci pensa uno «spirito di divinazione». Per i greci è un dèmone, spirito buono; per i giudei è un demonio, spirito malvagio. Anche nei Vangeli i demòni proclamano per primi Gesù come Dio. Ma Gesù li zittisce. È una tentazione. Dio si rivela dalla croce. Solo lì manifesta il suo potere: amore che serve e dà vita. Il nostro potere invece è egoismo che schiavizza e dà morte. L’uomo vuol essere come Dio. Ma quale Dio? Quello propinato da satana dall’albero nel giardino (Gen 3,1ss), o quello rivelato dall’albero della croce? Anche Pietro è chiamato satana perché vuole un Dio potente (Mt 16,16-23). È quello che le religioni affermano e gli atei, a ragione, negano.

Paolo scaccia il demonio dalla schiava, anche se gli fa propaganda gratuita. Ma i suoi padroni, persa la fonte di guadagno, lo accusano come un giudeo che turba l’ordine pubblico. Paolo e Sila sono bastonati e messi in ceppi di legno nel più profondo del carcere, come in un sepolcro. Anche il Cristo che trionfa sulle «reti e catene» con cui satana imprigiona tutti è inchiodato al legno della croce. Il terremoto notturno, che apre porte e scioglie ceppi e catene, è una scena di risurrezione. Il testo è un gioco di liberazioni e salvezze. La donna è liberata dallo spirito e i carcerati da catene e ceppi. Il carceriere, a sua volta, liberato da morte, è battezzato e salvato con tutta la sua casa.
Se l’esorcismo mostra il trionfo di Cristo sul paganesimo, la liberazione dei carcerati - in questo mondo siamo un po’ tutti carcerieri e carcerati! - mostra che Dio vuol liberare l’uomo da ogni schiavitù.

La scena è simile ad Atti 12,3-17. La missione ai pagani è opera di Dio: né battiture né ceppi, né catene né carcere la fermano. Gli stessi demòni non possono non favorirla. Davanti al bene il male si dissolve come tenebra alla luce.
La città di Filippi, colonia romana, è «contesto utile» al confronto tra Vangelo e mondo pagano. Da tempo i giudei si sono «inculturati», anche se non senza difficoltà. Sono infatti visti con sospetto. La tendenza antigiudaica è antica. Pur essendo il giudaismo una «religio licita», tuttavia l’antigiudaismo è diffuso e tocca anche i giudeocristiani Paolo e Sila. Dopo l’Editto di Costantino il cristianesimo, diventato religione di Stato, ha purtroppo ereditato l’antigiudaismo tipico di tutti i potenti che temono chi è libero.

La Chiesa d’Europa comincia con persone semplici e comuni: una commerciante ebrea e un carceriere pagano. Dio si svela a poveri e semplici, ma si cela a sapienti e potenti. «Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono» (1Cor 1,28). Il messaggio cristiano attira a sé tutti, perché presenta il Crocifisso. Egli è «il figlio dell’uomo», che si identifica con ogni persona. In lui pure l’ultimo degli uomini può riconoscersi. E anche Dio stesso. Infatti, se togli a un uomo ciò che ha, resta ciò che è: è semplicemente uomo. E l’uomo, in quanto tale, è la sola immagine e somiglianza di Dio.

Silvano Fausti SJ

 

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© FCSF – Popoli, settembre 2014