Se è vero che per esprimere la pienezza del proprio essere il lavoro è essenziale, si deve purtroppo riconoscere che per molte, troppe persone un tale traguardo risulta irraggiungibile. Le ragioni di una simile condizione sociale sono complesse e varie. Vale la pena descrivere qualche situazione e sarà facile risalire alle cause di tanto dolore e sofferenza. Grandi imprese di costruzione vincono le gare di appalto anche per importanti opere pubbliche abbassando i costi, ma affidando poi l’esecuzione del lavoro a piccole ditte, molte delle quali provenienti dal Sud. Purtroppo, spesso, queste ultime non brillano per onestà. Il subappalto unisce alla precarietà la retribuzione irregolare e la mancanza di assicurazione e di sicurezza nel lavoro. Sono molti i capifamiglia che conoscono il lavoro nero e salari da fame, nell’assenza di continuità. Si levano l’urlo degli onesti che chiedono giustizia e la voce profetica di chi denuncia gli abusi. È lo scontro con il muro di gomma di una società opulenta, senza regole e solo attenta agli interessi privati e personali di chi non conosce il diritto. È un orizzonte che nel tempo quaresimale ci richiama al dovere di saldare la nostra azione alla promessa del Regno, certi che nel mistero pasquale troviamo il senso della nostra stessa sofferenza.
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