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L'ultima Parola
Silvano Fausti
Gesuita, biblista e scrittore
Il primo Papa scandalizza i cristiani
«Sei entrato in casa di pagani e hai mangiato con loro» (leggi At 11,1-18)

Se la novità fa scandalo, Dio è sommamente scandaloso. Il suo agire è sempre inatteso, soprattutto per chi pensa di conoscerlo. Le sue vie non sono le nostre vie, i suoi pensieri non sono i nostri pensieri (cfr Is 55,8).
La prima comunità ha capito che crisi e persecuzioni sono momenti di crescita. Il corso della storia è una corsa a ostacoli. Qui vediamo l’ostacolo per eccellenza: lo scandalo, sasso contro cui inciampiamo e cadiamo.

Ma c’è lo scandalo dei piccoli e quello dei grandi. Pessima cosa è il primo (cfr Mc 9,42), ma ottima il secondo. Gesù infatti ha scandalizzato i potenti. Polemico con il potere che detta legge, entrò con la frusta nel tempio (Gv 2,13ss). Sommi sacerdoti, scribi e anziani lo uccisero in nome di Dio. Secondo loro è trasgressore e bestemmiatore (Mc 2,6; 14,63), indemoniato e alleato di Beelzebul (Mc 3,22). Secondo i suoi parenti è solo «fuori di sé», bisognoso di cure materne (Mc 3,21). La croce, salvezza per ogni perduto, risulta scandalo o pazzia per tutti (1Cor 1,23), discepoli compresi (Mc 14,29).

Il Crocifisso, rivelazione di Dio nella sua passione per l’uomo, è «osceno» per ogni religione. Anche per Pietro. Ma Gesù, scandalizzato dal suo scandalo, lo chiamò «satana» (Mt 16,23). Ora  Pietro scandalizza i cristiani perché ha obbedito - e con che fatica! - a un Dio che gli ordina di mangiare con i pagani (cfr At 10,1ss). La Chiesa si è preoccupata molto di non scandalizzare gli ipercredenti. Non così Paolo che, come Gesù, si fa «tutto a tutti per salvare a ogni costo qualcuno» (1Cor 9,22). Si sente infatti debitore del Vangelo verso ogni uomo e si adatta a ogni cultura. Non insegna ad altri il suo alfabeto, ma impara l’alfabeto altrui.
In reazione sotterranea all’ultimo Concilio, dopo Paolo VI la Chiesa ha consumato un sordo scisma nei confronto del mondo a cui è inviata. Deve uscire da sé e dalle sue muffe di sacristia. Se non scandalizza i benpensanti, è dimissionaria dalla sua missione. Diventa un «piccolo mondo antico» non negoziabile, senza porte né finestre, contrabbandato in buona fede come Regno di Dio!

Mangiare con i pagani è l’essenza del cristianesimo. Nella carne del Figlio dell’uomo, Dio è diventato fratello di ogni uomo. Per questo Gesù è il Figlio di Dio, che in lui si manifesta Padre di tutti. «Entrare» e «mangiare», essere ospiti e vivere insieme da figli che si accolgono l‘un l’altro, è compimento di ogni comando (Rm 13,10). È la legge dell’amore, che non esclude nessuno e include tutti come fratelli. Mangiare insieme invece di mangiarsi l’un l’altro, è condizione vitale per ogni relazione, a livello di coppia e di famiglia, di comunità e di società. Oggi il mondo è un villaggio globale. O ci accogliamo o ci accoltelliamo a vicenda.

Con la morte in croce del Figlio, Dio ha  fatto unità tra tutti i suoi figli dispersi (Gv 11,52; 1Gv 2,2;  Ef 3,13-18). Dio è padre di ogni uomo; chiunque si fa fratello di ogni figlio d’uomo, è figlio di Dio. Questa comunione relativizza diversità e abbraccia differenze, valorizzandole tutte.
I pii cristiani di Gerusalemme sono scandalizzati da un Pietro che fraternizza con i lontani. Pietro confessa di essere stato anche lui scandalizzato da un Dio che gli ordina di andare da Cornelio e fa scendere lo Spirito su pagani ancora senza battesimo.

Dio agisce ininterrottamente nella storia. Ora come allora, la sua fedeltà è in lotta continua con le nostre resistenze. Ostinato lui ad aprirci alla sua grazia verso tutti, ostinati noi a chiuderci nelle siepi del «si è sempre fatto così»! Pietro si chiede: «Chi sono io per impedire Dio?». Purtroppo è molto facile! Quanto Lui fa e si fa per noi è sempre «paradossale», al di là di ogni pia opinione: muore in croce per noi che lo uccidiamo!



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© FCSF – Popoli, 20 gennaio 2014