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Missione Scampia
Fabrizio Valletti
Gesuita della comunità di Scampia (Na)
Invocazione e vocazione
Il desiderio è di migliorare l’impegno e allargare gli orizzonti. Ad anno di lavoro già avviato dopo l’estate, si fanno i primi conti e ci si chiede quali siano le motivazioni di fondo che possano sostenere il desiderio di ampliare l’incidenza di un servizio che va dalla riflessione sulla Parola all’essere capaci di sollevare ogni realtà dalle situazioni di bisogno e di grigiore.
Per il credente è spontaneo ricorrere all’«invocazione» come collegamento o abbandono a Chi può donare ogni aiuto e sostenere ogni prova. L’esperienza del servizio ai poveri ci suggerisce che a ogni «invocazione» corrisponde una «vocazione», cioè una presa di responsabilità di quanto, come «ritorno», lo Spirito può suggerire alle nostre coscienze.
È un’esperienza che si condivide anche con chi, non credente, sente profondo il richiamo della coscienza etica.
E allora si riprende il cammino per affrontare le contraddizioni di una scuola che esclude e seleziona, di un mondo del lavoro che privilegia il «nero» o la cassa integrazione, di un mondo della finanza che non investe ma sfrutta, di un mondo politico che si rimette alle armi per risolvere i conflitti in un mondo che aspetta invece pace e giustizia.
Anche alla comunità dei credenti tocca riscoprire la vocazione e mettersi in «missione», senza preoccuparsi troppo delle aiuole del proprio giardino, nella costante paura che qualche estraneo possa sciuparle, mantenendo invece l’accortezza che il recinto sia sempre aperto e che siamo ben attenti a condividere i fiori anche degli altri giardini.

© FCSF – Popoli, 1 novembre 2011