Home page
Webmagazine internazionale dei gesuiti
Cerca negli archivi
La rivista
 
 
 
Pubblicità
Iniziative
Siti amici
Idee
Cerca in Idee
 
L'ultima Parola
Silvano Fausti
Gesuita, biblista e scrittore
L’estasi di Pietro e una Chiesa aperta
«Alzati, Pietro, immola e mangia» (leggi Atti 10,9-23)

Nelle sue visite apostoliche, tardive e rare, Pietro alloggia dove capita. Ora è a Giaffa, presso Simone il conciatore, con casa su mare aperto. È facilmente reperibile. Il suo «profumo», per Dio più adorabile di ogni incenso, è odorabile da ogni naso pagano e cristiano.
La triplice visione di Pietro, che segue l’annuncio a Cornelio, è necessaria. Diversamente il capo degli apostoli mai sarebbe andato da un pagano. Né mai avrebbe capito il cristianesimo! Dio è all’azione dove non sospettiamo. Amore di madre/padre verso i suoi figli, egli è presente dove c’è  maggior  bisogno. Attraverso i lontani chiama noi vicini a capire chi è lui e chi siamo noi. Gesù, il Figlio che conosce l’amore del Padre, è venuto a salvare tutti, cominciando dagli esclusi.

La Chiesa non è autocentrata: non chiama gli uomini a entrare, ma è chiamata a uscire verso tutti. Non sono gli altri ad adattarsi a noi, ma noi a loro. La Chiesa non è un ovile, dove si chiudono le pecore per mungerle, tosarle e destinarle al «sacro macello». Gesù le tira fuori da tutti i recinti religiosi. E sono tanti! Ne fa un gregge che conduce ai pascoli della vita. E la vita dell’uomo è la libertà dei figli di Dio. Lui è pastore perché Agnello che espone, dispone e depone la propria vita per le pecore (cfr Gv 10,1ss). Anche Pietro imparerà a pascere il gregge con lo stesso amore che il suo Signore ha avuto per lui (Gv 21,15ss).

Pietro, affamato, va in estasi. È «fuori di sé» come Adamo quando da lui nasce Eva, come Abramo quando si allea con Dio (Gen 2,21; 15,12). Vede un vaso, come una tovaglia, che contiene ogni creatura. È l’utero materno di Dio: da lì tutto nasce e lì tutto si alimenta e vive. Scende dal cielo ed è assunto in cielo, come Gesù. L’universo è creato per mezzo del Figlio, in vista di lui e in lui (Col 1,15ss), vita di tutto ciò che esiste (Gv 1,3b-4a).
La voce del Padre - suo unico volto in terra è il Figlio che lo ascolta (Mc 1,11; 9,7) - prescrive a Pietro di fare ciò che sta facendo. «Immola e mangia!». Pietro sta «uccidendo» i pagani, per farne dei pii ebrei come lui. La sua riluttanza a «mangiare» è comprensibile: gli restano sullo stomaco. Non può digerire le differenze culturali. Dio invece le ama. Ci fa diversi perché la diversità sia luogo di comunione. Se accettiamo l’altro da noi, accettiamo Lui, «il non altro da ogni altro», e diventiamo come Lui, amore che tutti accetta.

Pietro non vuole andare dai pagani. Obbedire alla voce di Dio è per lui un’agonia, come per Gesù nell’orto (confronta At 10,21 con Gv 18,4s). Gesù prega e suda sangue per passare dalla sua volontà a quella del Padre. Pietro invece per tre volte dichiara che mai farà ciò che Dio comanda. Vi sarà costretto dai fatti. Guai a noi se ci chiudiamo in idee teologiche, riti e diritti. Non è importante essere giudeo - leggi «cristiano» - o pagano. Dio è Padre di tutti e opera in tutti. Accettando il pagano, accetto la sua identità di Padre e la mia di figlio, inviato a testimoniare il suo amore per tutti.

La Chiesa è sempre tentata di diventare una setta, separata dal «mondo». Invece di criticarlo per assimilarlo a noi, dobbiamo entrare da ospiti in casa sua. Così il Figlio ha fatto con noi. Le difficoltà di Pietro a superare i suoi «tabù» nei confronti di un romano, erano, fino a pochi mesi fa, le stesse del Vaticano ad accettare il mondo attuale, diverso dalla Chiesa quanto un pagano da un buon giudeo di allora. I pregiudizi culturali sono più forti di ogni fede. Sono gli occhi stessi con cui valutiamo tutto: sono valori innegoziabili. Un esempio: il santo re Davide fu perdonato di avere ucciso Uria per rubargli la donna. Se però avesse mangiato una costina di porco, sarebbe stato un empio rinnegato. Guai a noi se seguiamo le nostre intolleranze culturali invece del comando del Signore.


Vuoi ricevere il nuovo libro di Silvano Fausti? Leggi qui



© FCSF – Popoli, 1 novembre 2013