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Missione Scampia
Fabrizio Valletti
Gesuita della comunità di Scampia (Na)
La Stella della speranza
Le povertà del nostro Paese, evidenti nelle aree più depresse delle città, e le ben peggiori condizioni di vita di altre popolazioni, sono realtà evidenti che urlano ingiustizia e morte, riportandoci alla chiarezza con cui i profeti di Israele denunciavano le violenze del loro tempo. Vale sempre meno la logica di voler aggiustare e correggere regole che sono state pensate all’origine non per il benessere di tutti, ma per il profitto di alcuni e per l’affermazione di ciò che è il motore di ogni volere e potere, il denaro.
Ancora più ambiguo suona il richiamo a seguire una «dottrina sociale» proposta come connessa al messaggio evangelico, senza che sia preceduta dalla ricerca e dalla denuncia delle cause del disordine, delle ingiustizie, della violenza.
Le contraddizioni emergono anche quando si sente parlare di «radici cattoliche del capitalismo», senza che esistano le premesse di un esercizio necessario di libertà e di competenze, possibile per tutti. Non si può entrare nei meccanismi tanto complessi dell’economia e della politica, come esercizio «alto» di potere, senza che sia difeso il movimento che «dal basso» possa assicurare la sopravvivenza dignitosa di tanta nostra gente o la stessa sussistenza di intere popolazioni che nei villaggi più remoti sono dimenticati o misconosciuti dai mercati o dai giochi finanziari delle borse.
È un urlo, quello che fa eco alla parola chiara e netta del Vangelo di Gesù e prima ancora dei profeti, ma rimane strozzato nella gola riarsa e spesso soffocata da una religiosità che non supera la dimensione del culto o della più generica organizzazione del sacro. Quanti non trovano più il cammino della fede proprio perché non riescono a incontrare quel Gesù semplice e senza… borsa, con le sole credenziali della misericordia che sollevava i poveri e li faceva «risorgere»? È il messaggio che ci ripropone il Bambino della mangiatoia, riconosciuto da quei pastori, lontani dal tempio ma desiderosi forse di sentirsi umanità a pieno titolo.
Il cammino della fede potrebbe esprimersi soprattutto nella condivisione di una chiamata all’uguaglianza e alla semplicità, perché tutti siano in grado di servirsi dell’economia e della finanza senza quei «trucchi» che hanno portato anche dei «cattolici», singolarmente o in società, a non rispettare le regole dei diritti fondamentali delle donne e degli uomini, a qualsiasi Paese appartengano.
Si può essere in disaccordo con una simile lettura della realtà; resta l’amara esperienza di non trovare risposta di fronte a quella sofferenza che cresce negli ospedali, negli istituti di pena, per le strade dove scorrazzano i bambini lontani dalle scuole, fra i giovani senza lavoro e in difficoltà per vivere l’autonomia di una propria famiglia. Ma la stella della Speranza guida ancora molti cuori.

© FCSF – Popoli, 1 dicembre 2011