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Lettere da Strasburgo
Rosario Sapienza
Ordinario di Diritto internazionale e Diritto dell'Unione europea nell'Università di Catania
La tutela dei diritti dell'infanzia: avanti piano

Questa Lettera non viene da Strasburgo, ma da New York, dal sistema delle Nazioni Unite. Ma potrebbe interessare le attività della Corte europea dei diritti dell’uomo a difesa dei diritti dell’infanzia perché affianca alla stessa Corte una nuova istanza di tutela specifica dei diritti del minore a livello internazionale.

Infatti la Corte di Strasburgo ha sviluppato una giurisprudenza tesa alla salvaguardia del best interest del minore, un principio giuridico ricavabile dalla normativa internazionale che prevede che, nell’adozione di provvedimenti che riguardino minori, si debba sempre scegliere la soluzione che meglio tutela il minore stesso (cfr. la celeberrima decisione del 21 giugno 1988 nel caso Berrehab contro Paesi Bassi, ric. 10730/840 e  più recentemente la sentenza della Corte del 26 novembre 2013 nel caso X contro Lettonia, ric. 27853/09). Ma tutto ciò solo a livello europeo.

La notizia di cui parliamo riguarda invece la dimensione globale ed è che il 14 gennaio il Costarica ha ratificato il terzo Protocollo opzionale alla Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, riguardante le procedure di reclamo,  che pertanto entrerà in vigore il 14 aprile 2014. Lo stesso Protocollo prevede infatti la sua entrata in vigore tre mesi dopo il deposito del decimo strumento di ratifica.

Si tratta di un importante risultato, che cade nel 25° anniversario della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia, la quale venne appunto varata nel 1989 e che è stata da allora un sicuro presidio degli sforzi che singoli Stati e la comunità internazionale nel suo complesso, anche attraverso l'opera dell’Unicef, hanno inteso svolgere per la promozione e la protezione dei diritti dell’infanzia. Essa conta 193 Stati parti (è il trattato internazionale più ratificato al mondo) ed è assortita di altri due Protocolli opzionali: quello che vieta l’uso dei bambini nei conflitti armati e quello che vieta la prostituzione e la pornografia minorile.

In base al terzo Protocollo, ogni bambino, o gruppo di bambini, potrà sottoporre al Comitato delle Nazione Unite per i diritti dell’infanzia doglianze relative a specifiche violazioni dei propri diritti sanciti dalla Convenzione e dai suoi tre Protocolli opzionali. I ricorsi potranno prendere la forma di comunicazioni o, nei casi più gravi, di denunce volte al promovimento di una inchiesta da parte del Comitato. In entrambi i casi, il Comitato potrà indirizzare allo Stato coinvolto raccomandazioni volte a sollecitare il risarcimento del danno prodotto o la punizione dei colpevoli.

Si tratta di un esito di efficacia non comparabile a quella di una sentenza, ma che rafforza comunque il sistema Onu di tutela dei diritti dell’infanzia, pur non facendo venire meno la discrezionalità dei singoli Stati quanto all’ampiezza dei poteri di controllo internazionale cui sono disposti a sottoporsi. Interessante, a questo proposito, è notare che gli Stati che ratificano il Protocollo possono scegliere se accettare o meno che altri Stati segnalino violazioni da parte dello Stato ratificante e se accettare o meno la possibilità di essere oggetto delle inchieste del Comitato.

Ad oggi 45 Stati hanno firmato il Protocollo, ma, come dicevamo, solo 10 di questi  lo hanno finora ratificato e sono: Albania, Bolivia, Gabon, Germania, Montenegro, Portogallo, Spagna, Thailandia, Slovacchia e Costarica. L’Italia, che ha ratificato la Convenzione con la Legge 176 del 27 maggio 1991 e i primi due Protocolli con la legge 46 dell’11 marzo 2002, ha prontamente firmato il terzo Protocollo il 28 febbraio del 2012, giorno dell’apertura alla firma, ma non lo ha ancora ratificato.  

20/01/2014