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Missione Scampia
Fabrizio Valletti
Gesuita della comunità di Scampia (Na)
Natale tra i ragazzi senza alfabeto

Un momento di sosta, un orizzonte più ampio di quello in cui vivo, un tempo denso di avvenimenti, il desiderio di condividere soprattutto la speranza. Ecco il mio augurio per questo ritorno di un appuntamento annuale che sia vissuto con senso di responsabilità e apertura di cuore.

Mi ha fatto molta impressione quanto due giovani ricercatrici di astronomia e di astrofisica tentavano di spiegarmi sull’espansione dell’universo e di come non conosciamo il suo limite. E noi, meno che pulviscolo, ci permettiamo di voler dominare il mondo con la inesauribile sete di potere, con l’ambizione di dominare, con l’incoscienza di sciupare la natura, di compromettere la pace con la logica degli armamenti e delle guerre, con il soffocare tante iniziative di bene!

Se la situazione presente è tanto grave che non si vede via d’uscita, è proprio il momento di reagire e di cercare “vie nuove”. Se per anni nel nostro Paese e sulla scena mondiale si è lasciato campo libero a tutte le forme di sfruttamento e di oppressione, privilegiando interessi di parte, con strumenti anche offensivi del diritto personale  e sociale, è proprio nel ritrovare l’incontro fra “la verità e la giustizia” (Salmo 84) che si può fondare la ricerca della pace e della difesa degli ultimi.

La corruzione, l’evasione fiscale, l’illegalità fatta sistema, l’impunità, sono tutte espressioni di un fallimento etico che, come laici o ispirati al Vangelo di Gesù, viviamo con rabbia e indignazione. È sentimento profondo il rifiuto della cultura dell’apparenza e del facile populismo che non aiuta le coscienze alla responsabilità e alla partecipazione.

È proprio nello stare fra gli ultimi, fra chi non ha rispettato la legge, privato della libertà ma desideroso di reinserirsi nella società civile, fra i ragazzi senza alfabeto e senza futuro lavorativo, che siamo più sollecitati a trovare una sempre “nuova via” di speranza e di certezza.

Risuona nel cuore quanto annunciato a Maria - ”Tutto è possibile a Dio” - come “buona notizia”, nel senso che tutto è affidato come possibile all’umanità che si inserisce nel disegno giusto del Creatore. È la promessa di quel Regno che è affidato al bambino Gesù, al suo crescere come uomo, al suo camminare e soffrire all’interno della umanità e della sua storia. All’umanità, che ripete tanti errori, viene affidato il segno della resurrezione, come compimento della “gioia piena” (Gv 15)
È possibile costruire piccoli frammenti di speranza, partendo da quel contatto personale e costante con chi più soffre, superando la logica dell’assistenza e contribuendo a possedere e usare gli strumenti adeguati per recuperare una dignità perduta o mai conosciuta.

Il mio augurio è che tutti possiamo godere la gioia di un Natale che si perpetua.

© FCSF – Popoli, 13 dicembre 2013