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Missione Scampia
Fabrizio Valletti
Gesuita della comunità di Scampia (Na)
Olimpiadi di periferia
Non sono un telespettatore, ma quando si tratta di partite di calcio, come per il Napoli o per i recenti Europei, si può tenere la televisione spenta ed essere perfettamente informati sull’andamento della gara! Un urlo di disperazione per una rete subita o per un’azione da gol fallita. Un boato per l’essere andati a segno, seguito da botti, trombette assordanti, fuochi d’artificio. Non parliamo poi dei cortei per le strade, fenomeno peraltro comune in tutto il mondo.
La particolarità di Scampia è che non stiamo parlando solo di spettatori: la passione sportiva, soprattutto per il calcio, spinge a voler giocare a ogni costo, sulla scia che Maradona ha lasciato nel cuore dei napoletani. Una specie di passione ossessiva trasferisce dai genitori ai bambini la speranza del successo e di potersi affermare, a partire dalle scuole di calcio che raccolgono numeri considerevoli di iscritti. Ma possiamo dire che, a parte gli eccessi di attese legate al desiderio spasmodico di affermazione economica, c’è una sana e autentica voglia di «giocare», di divertirsi, di fare squadra.
Nel quartiere il calcio è la passione più diffusa, ma si sono moltiplicate altre sane opportunità, offerte dalle parrocchie, che si vanno attrezzando in strutture e animatori, e da alcune palestre che sono diventate anche un luogo di accoglienza per chi ha meno disponibilità economiche o disabilità fisiche. Fra tutte esemplare è la Palestra Maddaloni, dove Giovanni, padre dell’olimpionico di judo Pino, fa un’importante opera di educazione e di aggregazione sociale.
Restano però lacune nella pratica di molti sport «minori», sia individuali sia di squadra, penalizzando soprattutto le ragazze. Alcune scuole, su incoraggiamento del Coni, promuovono interessanti progetti di diffusione di discipline che non hanno bisogno di apparati costosi. Alla base di ogni tentativo di educazione allo sport c’è la convinzione che per la crescita anche culturale ed etica dei ragazzi, la cura del corpo e il suo sano sviluppo siano componenti indispensabili dei progetti educativi.
Ma forse l’obiettivo più difficile è quello di svincolare lo sport dalla pessima abitudine delle scommesse. La camorra ha spazio libero nell’incrementare la cultura dell’azzardo, del gioco e dell’illegalità nella stessa organizzazione sportiva. Una piaga non solo di Scampia, come dimostrano le cronache di questi mesi.

© FCSF – Popoli, 1 agosto 2012