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La sete di Ismaele
Paolo Dall'Oglio
Gesuita del monastero di Deir Mar Musa (Siria)
Pellegrini di verità
Nella speranza di riabbracciare presto padre Paolo, rapito in Siria il 29 luglio 2013, continuiamo la lettura dei suoi libri. Qui un brano tratto da Mar Musa. Un monastero, un uomo, un deserto (a cura di G. Montjou, Paoline 2008).


Il brulichio delle credenze esprime l’amore polisemico, polimorfo e plurale di Dio per gli uomini. Si dà il caso che io porti il mistero di Gesù di Nazareth, personalmente e collettivamente (quando celebro l’Eucaristia), e cerco di obbedire allo Spirito di Gesù che parla in me. Questo mi incoraggia naturalmente ad amare, a valorizzare e a riconoscere la profezia che anima le culture che io incontro.

Io ovviamente annuncerò, fino al martirio, se necessario, la Buona Novella dell’amore di Gesù! Ma so che, di fronte a me, un musulmano annuncerà con la stessa intensità la Profezia coranica. L’unico mezzo per donare la propria vita per Gesù consiste nell’aiutare ognuno a essere un pellegrino di verità, non limitarlo all’interno del suo contesto, valorizzare la sua esperienza di Dio.

Sente il bacio d’amore di Dio sulla fronte, sull’occhio, sulla bocca? Allora abbraccerà il mondo in un amore senza limiti. Non propongo un’educazione informativa, ma un’educazione performativa. Il mondo non aspetta che vengano distribuiti dei fogli che ordinano a ognuno di alzarsi, di sedersi, di entrare, di uscire... Il mondo ha bisogno di persone iniziate all’esperienza mistica.

In modo collettivo e individuale, bisogna che ognuno senta nel proprio corpo e nel proprio cuore,
grazie a maestri esperti (cioè che hanno fatto in prima persona questa esperienza), il tocco, il contatto di Dio. Credo che la bella esperienza delle Giornate mondiali della Gioventù non basti a rendere solida e forte la fede dei giovani. Per consolidarla, bisogna salire sulla montagna insieme a Gesù.