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La sete di Ismaele
Paolo Dall'Oglio
Gesuita del monastero di Deir Mar Musa (Siria)
Siria, il nome di un sogno
Nella speranza di ricevere presto notizie positive su padre Paolo, rapito in Siria a fine luglio, e di poter leggere nuovamente i suoi articoli in questa rubrica, pubblichiamo un estratto dal suo libro più recente: Collera e luce. Un prete nella rivoluzione siriana (Emi 2013).

Potrebbero nascere dei comitati di «amicizia per la Siria» in ogni città, dove il nome Siria diventerebbe il nome di un sogno che ci è caro e per il quale ci impegniamo, non solamente un sogno di democrazia e di giustizia per questo popolo fatto a pezzi, braccato e torturato, ma parimenti il nome di una coscienza civile rinnovata.

Una coscienza capace di prendersi cura delle paure e dei terrori che hanno permesso a questo regime e alle derive estremiste che li giustificano di sopravvivere per quarant’anni.

Vi è un circolo ermeneutico infernale: le paure legittimano la repressione, che crea l’estremismo, che giustifica le paure.

La Siria simboleggia la pace nel quartiere. Il quartiere non sarà in pace, se non è inclusivo. Non c’è soltanto la collera ad allargare lo spazio del possibile: è con un certo modo di dare il buon esempio, all’interno di una fedeltà, che convincerai le persone. Magari allora scoprirai un Dio anche lui più aperto, cui piacerebbe vivere in un quartiere plurale, che non si scandalizza di veder passare per strada una donna velata, o un’altra che porta una gonna troppo corta.