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La sete di Ismaele
Paolo Dall'Oglio
Gesuita del monastero di Deir Mar Musa (Siria)
Un venerdì d’aprile
Sono ormai molti giorni che mi sforzo d’incontrare personalità siriane al più alto livello per cercare di capire quali potrebbero essere le vere ragioni del decreto del ministro dell’Agricoltura del 10 febbraio 2010. Con esso è stata abolita la Zona protetta ambientale, culturale e religiosa della Valle del Monastero di Mar Musa al-Habasci.
Questa zona protetta di circa 250 ettari è stata istituita nel 2004 per salvaguardare e promuovere il valore ambientale, culturale e spirituale della Valle del Monastero ed è stata gestita attraverso una commissione formata dai diversi partner locali in una logica di valorizzazione della società civile.
Torno al Monastero di venerdì, alla fine del pomeriggio. Lungo i quindici chilometri della strada che porta al Monastero incrocio le automobili piene di ragazzini che scendono. I motociclisti fanno il cinema per attirare gli sguardi delle ragazze, alcune famiglie viaggiano in trattore altre in camion: tornano dal picnic, e sono molti i pulmini chiamati al cellulare per recuperare coloro che non hanno mezzi di trasporto privato. Questo sorprendente spettacolo continua fino al parking dove restano ancora decine di automobili e gruppi di persone che bevono mate. I fuochi dell’arrosto, ormai ridotti in brace, rendono ancora più affascinante la notte che avanza. C’è chi giura d’aver contato duecentocinquanta vetture presso il monastero.
È un venerdì d’aprile. Centinaia di stranieri ci visitano in questo periodo, partecipano alla nostra vita, spesso per diversi giorni. Gruppi di cristiani arabi d’ogni confessione vengono in pellegrinaggio. Ma non c’è nulla di più caro al mio cuore che vedere la popolazione locale, in grande maggioranza musulmana, venire per il picnic nella Valle, in famiglia allargata, e salire la scalinata del monastero. Hanno la stessa pia attitudine dei loro antenati, detentori d’una civiltà cinque volte millenaria, ma anche l’attitudine delle prime generazioni musulmane che hanno riconosciuto nei monasteri, sull’esempio del Profeta arabo, luoghi d’incontro e di ricarica spirituale.
Invito i lettori di Popoli a dare un’occhiata sul sito internet della rivista al testo completo del comunicato stampa emesso dal Monastero relativamente alla soppressione della Zona protetta. Le difficoltà della nostra attività dipendono da questioni politiche locali e regionali; anche con la preghiera e l’amicizia verranno sormontate in una dinamica di larga e interreligiosa solidarietà e di forte trasparenza nella società e nella Chiesa.

© FCSF – Popoli, maggio 2010