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Quando i valdesi dissero di no
29 settembre 2011

Nel 1986 la Chiesa valdese non partecipò alla Preghiera di Assisi. La Chiesa riformata non accettò di pregare, come era scritto nell’invito, «intorno al papa» per la pace. «Quella dizione - spiega Paolo Naso, politologo e consulente della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia - parve alla Tavola valdese poco ecumenica e molto centrata sulla figura del pontefice. Credo però che nella scelta della Tavola valdese giocò anche una sottovalutazione dell’importanza e della novità di quella preghiera ecumenica e interreligiosa».

Infatti nel 2002, quando Giovanni Paolo II convocò una nuova Preghiera per la pace, i valdesi parteciparono. «Nel 2002 - continua Naso - il clima era cambiato. L’attentato alle Torri gemelle dell’11 settembre 2001 aveva messo in evidenza la crescita del fondamentalismo e la necessità di contrastarlo facendo leva sul messaggio di pace contenuto in ogni credo religioso. Con quella partecipazione, si voleva dimostrare che la tesi dello scontro di civiltà è sbagliata e che la guerra in nome di Dio è un nonsenso e una contraddizione in termini».

Una presenza che è stata confermata anche per la Preghiera per la pace che si terrà quest’anno. «Come Chiesa valdese non possiamo non apprezzare il fatto che Benedetto XVI abbia convocato una nuova Preghiera per la pace - spiega Letizia Tomassone, pastora e vicepresidente della Federazione delle Chiese evangeliche italiane (con delega ai rapporti ecumenici) -, così come apprezziamo lo spirito ecumenico e interreligioso dell’iniziativa. Quindi la nostra presenza non mancherà. D’altra parte per le Chiese riformate questa è solo una delle tappe di un cammino di promozione della pace nella giustizia». La Federazione delle Chiese evangeliche italiane (della quale fanno parte oltre ai valdesi anche metodisti, battisti e altre Chiese riformate) ha partecipato dal 17 al 25 maggio a Kingston (Giamaica) alla Convocazione internazionale per la pace, organizzata dal Consiglio mondiale delle Chiese, nel corso della quale è stata lanciata alle Chiese la richiesta di mettere la «pace giusta» come priorità ecumenica. Un’altra tappa è stato il Congresso eucaristico che si è tenuto ad Ancona in settembre, nel corso del quale Chiesa cattolica e Federazione delle Chiese evangeliche hanno fatto il punto sulla situazione ecumenica e hanno parlato di iniziative comuni a favore della pace.

«Quanto all’incontro di Assisi, l’unica critica che mi sento di fare alla Chiesa cattolica è di non coinvolgere abbastanza le altre Chiese e confessioni nell’organizzazione. Se fosse per me l’organizzazione dovrebbe essere più collettiva - osserva la pastora Tomassone -. Ma non voglio fare polemica. Credo che in un mondo come il nostro che si nutre di immagini, un incontro come quello di Assisi sia essenziale per lanciare il messaggio di un gruppo di credenti capaci di accogliersi vicendevolmente e di pregare fianco a fianco per la pace».

Enrico Casale

© FCSF – Popoli