Sua figlia Paloma è stata ammazzata nel 2002: è una delle migliaia di ragazze uccise o scomparse nel nulla negli ultimi anni in Messico, il Paese che vanta il triste copyright del termine «femminicidio» (neologismo che inizia purtroppo a circolare anche in Italia).
Lei, Norma Ledezma, non si è arresa al dolore e non si è fermata davanti al muro di gomma di autorità giudiziarie e di polizia spesso corrotte o conniventi: nello Stato di Chihuahua ha fondato l'associazione Justicia para nuestras hijas (Giustizia per le nostre figlie), per dare voce alle tante madri che hanno vissuto il suo stesso dramma e per chiedere giustizia e verità.
In cambio, in questi anni, ha ricevuto appoggio e solidarietà, ma anche frequenti minacce e tante porte chiuse. Probabilmente si aspettava entrambe le cose. Meno probabile che avesse messo in conto di finire sulle pagine di una rivista patinata e soprattutto di essere considerata una delle persone più importanti del suo Paese.
È successo nell'ultimo numero di Quién (un magazine che, nella testata e nella linea editoriale, richiama il nostrano Chi), che pubblica la classifica dei 50 personaggi più influenti del Messico, scelti da una prestigiosa giuria: così, a fianco del miliardario Carlos Slim, dell'attrice Salma Hayek, dell'ex presidente Felipe Calderón e di Luis Fernando Tena, allenatore della nazionale di calcio vincitrice dell'oro olimpico a Londra, ecco comparire l'ex impiegata di una maquilladora di Chihuahua, oggi madre-coraggio.
Nel gennaio 2006, Popoli pubblicò un articolo di Norma Ledezma: clicca qui per leggerlo.
Stefano Femminis