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La lunga strada verso le città intelligenti

Città, il grande sogno di chi fugge dalla povertà. Città, l’incubo di chi precipita nella povertà suburbana in tutti i tempi e in tutti i continenti. Fa un po’ effetto, quindi, leggere le tonnellate di parole sulle smart cities che inderogabilmente si riferiscono ad aggregati urbani in Nord America, Europa occidentale e Asia orientale. Parliamo di città come San Francisco, Helsinki o Yokohama e non sorprende che in questo elenco non compaia mai l’Africa subsahariana, piuttosto che il Centroamerica.

Dalla gestione del traffico all’illuminazione stradale, dalla sicurezza dei cittadini alla prevenzione dei disastri climatici, una città è davvero intelligente quando sa coordinare e integrare sistemi di per sé complessi. Cose da società evoluta, ricca, innovativa.

Forse, però, qualcosa sta cambiando. È già una buona notizia, infatti, che sia entrata a far parte dello «Smarter Cities Challenge» di Ibm (www.ibm.com/ibm/gh/en/accra-smarter-city.html) anche Accra, la tormentata capitale del Ghana, la cui esplosione demografica degli ultimi decenni ha messo sotto scacco i servizi, come la raccolta dei rifiuti e l’approvvigionamento di acqua potabile ed elettricità.

Accra potrebbe fare un gigantesco balzo in avanti semplicemente usando pagamenti elettronici al posto dei contanti per le transazioni finanziarie verso l’amministrazione cittadina. Questo include tutto: dalle licenze di taxi ai pagamenti di multe, tasse e imposte. Ciò contribuirebbe ad arginare i ritardi cronici e la corruzione dilagante, rendendo costante l’afflusso di capitali tanto necessari per contribuire a finanziare altri progetti.

In fin dei conti una città intelligente si fonda su una migliore raccolta e analisi di informazioni che aiutano a prendere decisioni migliori, minimizzando le conseguenze dei disastri e ottimizzando l’uso delle risorse. Questo non significa necessariamente tecnologia. È vero, oggi questi obiettivi sono raggiunti con sensori, macchine che parlano con altre macchine, hardware e software, ma il cuore di una città intelligente non è tanto l’alta tecnologia, ma l’alta efficienza.

Antonio Sonzini
antonio@sonzini.it


© FCSF - Popoli, 02/11/2013