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La sete di Ismaele
Paolo Dall'Oglio
Gesuita del monastero di Deir Mar Musa (Siria)
Essere nonviolenti in Siria, oggi

La redazione di Popoli mi ha girato una lettera provocatoria, a cui desidero rispondere. Scrive il nostro lettore: «Di fronte alla situazione grave siriana per la quale tutto il mondo, compreso il Papa, ha preso posizione contro un feroce sanguinario dittatore, padre Dall'Oglio è piuttosto reticente anche perché non esclude, a mio avviso, che la primavera araba stia maturando frutti avvelenati, come in Egitto, soprattutto a danno dei cristiani copti e a opera dei Fratelli musulmani. Gradirei perciò che anche Dall'Oglio si pronunciasse contro il tiranno che ha deluso persino la Lega araba. Che cosa si dovrebbe allora fare per il successo del movimento arabo in Siria? Siamo in presenza di un’emergenza gravissima, una guerra civile, e mi sembra assurdo - come ha fatto in un precedente appello – invocare la visita di turisti o l’intervento delle Ong che, come è noto, statutariamente abbandonano i luoghi dove c’è una guerra in corso».
Vede caro amico, da lontano è tutto bello chiaro. Invece da vicino ciascuno vive in relazione immediata coi mostri delle sue paure, dei miti imposti fin dall'infanzia. Le cose si vivono nell'immediatezza dello scontro, della presa di posizione partigiana per questo o quel fronte.
Mi par di capire, e mi perdoni se fraintendo, che a lei piacerebbe un padre Dall'Oglio in galera, eroe del suo prender posizione per la gloriosa alleanza che ha liberato il popolo libico. Vede, io sono felice per i libici liberati e sono triste e avvilito per i libici morti in battaglia... per tutte le vittime della guerra.
Andando contro il mio carattere bollente e reattivo mi sforzo di ricordarmi che la guerra è sempre la soluzione peggiore. Lei non si rende conto che qui c'è una larga parte della popolazione (sì, anche sunnita!) schierata col regime degli Assad. Le ragioni sono diverse, il fatto non è ignorabile. La maturità democratica è lontana e le definizioni di democrazia sono diverse e contraddittorie. Comunque noi sul terreno siamo obbligati a prendere atto che la popolazione cristiana è con il regime al 90%; il personale ecclesiastico è in maggioranza per la repressione a qualunque costo (anche morale). Il Papa, bene informato, ha preso una posizione davvero coraggiosa, opportuna e speriamo efficace. In molti gliene siamo grati.
Continuo a pregare e sperare che nel mondo i nonviolenti (Ong comprese) possano significare una vera e determinante forza sociale. Ciascuna realtà internazionale agisce secondo la propria natura-cultura. È necessario però, a mio avviso, vedere se si riesce a ottenere una durevole ed equilibrata democratizzazione senza finire in una riedizione della guerra libanese o di quella irachena. Forse alcuni vogliono fare la guerra all’Iran qui da noi. Altri pensano che è l’occasione buona per levare di torno questi acerrimi antisionisti siriani, ecc.
Per noi qui questa è l’occasione buona della fedeltà nella sofferenza. Del cercare di costituire come un menisco, un cuscinetto anche mentale che permetta di liberare le tendenze alla riconciliazione e all’armonizzazione delle posizioni contrastanti.
Intanto, caro lettore, le posso dire che ci sono dei turisti che vengono in Siria lo stesso. Oggi si è tutti un po’ giornalisti e fotografi, vista la facilità con la quale si possono mettere in rete le informazioni. Sicché la presenza di turisti solidali con questa popolazione provata non è inutile né banale. Alcune Ong restano attive sul territorio per cercare di alleviare le sofferenze che la crisi attuale provoca. Tanto di cappello! Venga anche lei. Suo nel Signore.

Paolo Dall'Oglio

© FCSF – Popoli, 25 agosto 2011