Home page
Webmagazine internazionale dei gesuiti
Cerca negli archivi
La rivista
 
 
 
Pubblicità
Iniziative
Siti amici
Idee
Cerca in Idee
 
La sete di Ismaele
Paolo Dall'Oglio
Gesuita del monastero di Deir Mar Musa (Siria)
L'Europa e l'islam
Nella speranza di ricevere presto notizie positive su padre Paolo, rapito in Siria a fine luglio, e di poter leggere nuovamente i suoi articoli, pubblichiamo un estratto dal suo libro più recente: Collera e luce. Un prete nella rivoluzione siriana (Emi 2013).

Il fenomeno dell’islamismo radicale, semplicisticamente chiamato terrorismo, come al-Qaeda, è in gran parte, a mio giudizio, l’espressione di un profondo smarrimento. Nasce da un sentimento di persecuzione, di rifiuto, al tempo stesso interno al mondo musulmano e presente nella relazione tra il mondo musulmano e il potere occidentale. Quest’ultimo viene considerato dagli islamisti come superiore tecnicamente ed economicamente, e intenzionato a monopolizzare il potere in una sorta di complicità ebraico-cristiana. Così, lo Stato di Israele come pure i musulmani sottomessi a tale sistema occidentale verranno entrambi considerati i principali nemici. Scegliendo di organizzarsi nella clandestinità, però, e presi da una febbre ideologica estremista nella quale pensano di detenere il monopolio della verità, sprofondano in un sistema criminale propriamente mafioso. Oggi sappiamo che esistono legami diretti tra la mafia internazionale e gruppi islamisti radicali e clandestini.

Per rispondere a questa sfida, il mondo occidentale dovrebbe tentare di divenire migliore, meno corrotto, maggiormente desideroso di tener conto della comunità musulmana nel pluralismo che le è proprio. Un mondo più inclusivo e più evolutivo, che non imponga ai musulmani di cambiare ma proponga loro di evolversi attraverso quegli scambi, quei dibattiti che possono instaurare una vera relazione e il con-vivere. Non si deve chiedere l’acculturazione mediante l’espropriazione dei loro valori, ma attraverso l’armonizzazione di evoluzioni plurali. Augurarsi un islam compatibile con la società occidentale richiede a questa società di essere più accogliente e più flessibile.

I musulmani vorrebbero dirci, come spesso mi capita di sentire: «Voi fate della tolleranza una grande virtù, allora tollerateci!». (...) A te, giovane europeo, vorrei dire che la paura degli altri li modella sulla base delle nostre stesse paure: saremo noi a creare e a imbatterci in ciò che temiamo... Soprattutto quando dei politici privi di coscienza utilizzano le nostre paure per motivi elettorali. L’islam non è apparso dieci anni fa e non sparirà tra cinquanta. Possiede una ricchezza paragonabile a quella del cristianesimo o dell’induismo. Privarsi di tali risorse equivale a interrompere il pensiero e la parola. Immaginare un’Europa chiusa significa distruggere l’Europa. Dei paesi ripiegati su sé stessi la smembrerebbero; un’Europa raggomitolata su di sé non reggerà.



© FCSF – Popoli, 10 febbraio 2014