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"A Homs moriamo di fame": l'appello di un gesuita in Siria
28/1/2014

In questi tre anni, da quando è scoppiata la rivolta siriana diventata una guerra civile con oltre centomila morti, non ha mai voluto abbandonare Homs. Frans van der Lugt, gesuita missionario olandese che vive in Siria dal 1966, è rimasto accanto alla gente del quartiere di Bustan al-Diwan, nella fatica di un assedio che dura dal giugno 2012 e che oggi rappresenta una vera emergenza umanitaria per molti civili nella terza città del Paese.

Ieri su Youtube è apparso un suo videomessaggio. Padre Frans lo registrato nei giorni scorsi, seduto davanti a un altare. Lancia un appello disperato perché le persone che vivono vicino a lui non possono più sopportare l’assedio, la mancanza di viveri e di cure mediche. «Musulmani e cristiani, stiamo vivendo in condizioni difficili e dolorose - dichiara in arabo -, e soffriamo soprattutto la fame».

Il centro storico di Homs è sotto assedio da parte delle forze governative e circa 500 famiglie vivrebbero ancora nella zona sotto bombardamenti quasi quotidiani. Alla conferenza di Ginevra si discute della possibilità di aprire un canale umanitario per liberare il maggior numero possibile di persone da questa trappola, ma i ribelli non si fidano delle aperture del regime perché vogliono garanzie che i civili in fuga non saranno arrestati.

Da tempo padre Van der Lugt denuncia le condizioni di vita nell’assedio. «Sopravviviamo con quel poco cibo che ancora rimane nelle nostre case, ma che presto si ridurrà a semola di grano e anche questa presto finirà - scriveva in dicembre -. Ringraziamo Dio che ognuno di noi riceve ancora un chilo di farina a settimana, ma non sappiamo per quanto tempo ancora ciò sarà possibile». Questo tempo è finito.

I cartelli gialli visibili nel video e posti vicino al gesuita riportano alcuni numeri: 8 persone morte di fame; 100 persone hanno bisogno di interventi urgenti; morire di fame è peggio che a causa delle armi chimiche. La campagna dei cartelli gialli si sta diffondendo nella città assediata.

Padre Frans ha dedicato quasi mezzo secolo di vita alla Siria, lavorando come psicoterapeuta e occupandosi di un centro agricolo dove, prima della guerra, erano attivi diversi giovani con problemi mentali. All’operatore che gli domanda: «La comunità internazionale farà qualcosa mentre moriamo di fame? O resterà in silenzio?», risponde: «In queste condizioni è impossibile che la comunità internazionale e noi tutti insieme non facciamo nulla. Non accetto che moriamo di fame, che anneghiamo nel mare della fame, facendoci travolgere dalle onde della morte. Noi amiamo la vita, vogliamo vivere».

© FCSF – Popoli