Home page
Webmagazine internazionale dei gesuiti
Cerca negli archivi
La rivista
 
 
 
Pubblicità
Iniziative
Siti amici
Primo piano
Cerca in Primo Piano
 
Papa Francesco tra i rifugiati del Centro Astalli
11 settembre 2013
Sceso da un’auto senza scorta in via Astalli, dietro piazza Venezia a Roma, ha salutato e abbracciato alcune decine di rifugiati e richiedenti asilo in coda per entrare alla mensa del Jrs (il Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati). Così papa Francesco ha iniziato nel pomeriggio del 10 settembre la sua visita al Centro Astalli, in risposta a un invito del direttore, il gesuita Giovanni La Manna. Il Centro Astalli, sezione italiana del Jrs, assiste richiedenti asilo e rifugiati di varie parti del mondo, che giungono nella capitale. Su Popoli, ogni mese, il Centro racconta storie di fuga, difficoltà di integrazione, ma anche l’impegno di tanti per una solidarietà concreta.

Il Papa ha voluto compiere una visita nella forma più semplice possibile, recandosi nel luogo dove circa 400 persone ogni pomeriggio ricevono un pasto. Qui ha salutato anche gli operatori e i volontari, intrattenendosi con alcune delle persone che sono fuggite da guerre, dittature e persecuzioni di vario tipo e che a Roma cercano di ricostruire un’esistenza, frequentano la scuola di italiano, usufruiscono di assistenza legale, dei servizi sociali e sanitari.

Nella vicina Chiesa del Gesù, ha reso omaggio alla tomba di padre Pedro Arrupe, il Superiore generale dei gesuiti che nel 1980 fondò il Jrs, un servizio oggi diffuso in 50 Paesi. Qui Carol, un’insegnante siriana rifugiata, ha raccontato al Papa della speranza di giungere vivi in Europa. Ma «i nostri diritti umani e la nostra dignità - ha aggiunto - troppo spesso vengono calpestati dall’indifferenza e dalla superficialità con cui ci capita di essere trattati». Adam, fuggito dal Darfur, in Sudan, ha ricordato al Papa e a tutti che «noi rifugiati siamo i fortunati testimoni dei tanti che muoiono in guerra, che vengono uccisi da terribili dittature».

Il pontefice, nel suo discorso, ha esortato a non aver paura delle differenze e a impegnarsi insieme per la causa del bene comune e della dignità dell'uomo. «Per tutta la Chiesa è importante che l’accoglienza del povero e la promozione della giustizia non vengano affidate solo a degli “specialisti”, ma siano un’attenzione di tutti». E ha esortato la Chiesa a compiere gesti concreti e coraggiosi di accoglienza: «I conventi vuoti non servono ad aprire alberghi e fare soldi: sono per la carne di Cristo, sono per i rifugiati».
© FCSF – Popoli