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Il Crocifisso, scandalo e rivoluzione
La nota sentenza della Corte europea dei diritti umani sul crocifisso ha suscitato in me sentimenti contrastanti: trovo giusto che le scuole (e altri luoghi pubblici) si adeguino al fatto che il nostro non è uno Stato confessionale, però provo qualche brivido a immaginarmi il crocifisso tolto dai muri, come se fosse qualcosa di cui vergognarsi. E anche provando a pensare a cosa direbbe Gesù stesso, mi vengono in mente due sue frasi molto diverse: «Quando pregate, fatelo nel segreto della vostra stanza», «Chi si vergognerà di me e del Vangelo...»
 
Raffaele, Genova

Le tue parole rivelano l'imbarazzo del credente. (...)
Data: 
© FCSF – Popoli, 1 gennaio 2010
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Fine della missione: Dio è tutto in tutti

In quella stessa ora (Gesù) danzò nello Spirito santo (Luca 10,21-22)

Il fine della missione è la gioia del missionario: diventa figlio di Dio. Ma è anche la gioia del Figlio, che danza la gioia del Padre, perché gli sono venuti al mondo dei figli. È la gioia più bella: quella del Padre/Madre per i figli che nascono e quella del Figlio per i fratelli venuti alla luce. Siamo al vertice del Vangelo: un meteorite caduto dal cielo giovanneo, un masso erratico sceso da altissimo monte. Noi siamo la gioia di Dio, Padre, Figlio e Spirito santo! Gesù dice ai discepoli che, vedere questa esplosione di allegrezza, è la somma beatitudine, compimento di ogni promessa (Lc 10,23s).
Data: 
© FCSF – Popoli, 1 dicembre 2009
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Povertà: condizione per essere agnelli
Non portate borsa, né bisaccia, né sandali e nessuno salutate per via (Luca 10,4). Il ricco non è agnello: è lupo, lui o suo padre. La brama di ricchezza è idolatria, origine di ogni male (Ef 5,5; 2Tm 6,10), di divisioni e lotte, ingiustizie e guerre. Chi fa del denaro il suo dio, gli immola la vita propria e altrui. Per vincere il lupo, il discepolo deve imparare la povertà. Essa costringe a servire in umiltà, come l'Agnello. Dio è povero: non possiede nulla, neanche se stesso.
Data: 
© FCSF – Popoli, 1 maggio 2009
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Preghiera e missione
Supplicate dunque il Signore della messe che getti fuori operai per la sua messe (Luca 10, 2b). Non basta amare il Signore per essere suoi collaboratori. Posso amarlo e lavorare contro di lui.
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© FCSF – Popoli, 1 marzo 2009
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Missione, salvezza per tutti
Dopo queste cose il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due davanti al suo volto in ogni città e luogo dove lui stava per venire (Luca 10,1)
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© FCSF – Popoli, 1 gennaio 2009
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L'asino maestro
Troverete un asinello, sul quale nessuno mai si è seduto, slegatelo (leggi Marco 11, 1-11)

Per vedere ci vogliono l'occhio e la luce. Dopo la guarigione del cieco, questa scena è la luce per discernere chi è il Signore.
Data: 
© FCSF – Popoli, 1 novembre 2008
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Alle fonti della missione: le ferite del Risorto
Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi
(leggi Giovanni 20,19-23)

La vocazione di figlio di Dio, propria di ogni battezzato, si realizza nella sua missione verso il fratello. Siamo tutti apostoli: lo stesso amore del Figlio ci spinge verso tutti i fratelli (2 Cor 5,14). Egli, solidale con noi oltre ogni limite, nel suo amore di fratello ci mostra quello del Padre. La sua missione è già compiuta sulla croce, dove realizza l'amore perfetto. Da lì ci offre la sua vita, il suo Spirito. Però occorre tempo perché il dono sia accolto, perché il seme porti frutto, perché l'amore - «amor ch'a nullo amato amar perdona» - sia riamato. Ciò che lui ci dona dalla croce, noi lo riceviamo a Pentecoste, dopo cinquanta giorni.
Data: 
© FCSF – Popoli, 1 aprile 2008
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Il regno di Dio in mezzo a noi
Oggi si compie questa scrittura
(leggi Luca 4,14-30)

Gesù inizia la propria missione a casa sua, a Nazareth. Suo mezzo è la Parola. Non la parola vuota, trappola per ingannare altri; ma quella che è il pane di cui vive. L'uomo diventa la parola cui presta ascolto. Essa è principio del suo pensare, sentire e agire. La parola falsa lo uccide, facendolo pensare, volere e agire a vuoto. La parola vera gli restituisce la sua realtà. Gesù è la carne stessa della Parola del Padre, perfettamente ascoltata.
Data: 
© FCSF – Popoli, 1 aprile 2007
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Azione o contemplazione? Un falso dilemma
Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio
(leggi Luca 6, 20-49)

È la seconda chiamata dei discepoli. Nella prima Gesù li chiamò ad andare dietro di lui per farne dei «pescatori di uomini» (Mc 1,16-20). Seguire Gesù è l'essenza del cristianesimo. Si segue uno perché lo si ama e si desidera essere con lui. Si abita dove sta con il cuore più che con il corpo. Chi ama porta dentro di sé l'amato e vuol dimorare con lui per diventare uno con lui, con lo stesso sentire e pensare, agire e vivere: il suo essere è essere dell'altro. Amare Gesù, il Figlio di Dio, ci fa come lui: figli del Padre e fratelli di tutti. Gesù ci pesca dall'abisso per darci il nostro nome di figli. Questa seconda chiamata ci fa scoprire il nostro vero nome di figli per comunicarlo poi ai fratelli.
Data: 
© FCSF – Popoli, 1 gennaio 2008
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Tre doni necessari per la missione
Ti seguirò! Segui me!
(leggi Luca 9, 57-62)

Se non conosco Gesù, anche se lo amo, posso fare il contrario di lui. Se poi lo conosco, mi accorgo di amare non lui, ma i miei desideri su di lui.
Data: 
© FCSF – Popoli, 1 ottobre 2007
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