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La sete di Ismaele Paolo Dall'Oglio Gesuita del monastero di Deir Mar Musa (Siria)
 
Notizie trovate:75
 
Un venerdì d’aprile
Sono ormai molti giorni che mi sforzo d’incontrare personalità siriane al più alto livello per cercare di capire quali potrebbero essere le vere ragioni del decreto del ministro dell’Agricoltura del 10 febbraio 2010. Con esso è stata abolita la Zona protetta ambientale, culturale e religiosa della Valle del Monastero di Mar Musa al-Habasci.
 
Abbattere i muri
Sarò caotico, com’è oggi il mio cuore. Sono passato da Milano a salutare la redazione di Popoli. Mi hanno chiesto la mia sul romanzo egiziano di Ziedan, Azazel (cfr, in questo numero, pag. 72). Vi si agitano le stesse onde che s’accavallano in me, ma spinte da altri venti. È un duro attacco ai cristiani egiziani copti. Se la prende a morte con il grande patriarca Cirillo d’Alessandria in difesa di Ario e di Nestorio, eroi d’un condannato (dal potere imperiale) cristianesimo monoteista e in fondo protomusulmano.
 
Islam vichingo e Scandinavia cristiana
Tornando dalla Svezia mi trovo con un gruppo d’americani-sciiti-pakistani, pellegrini ai luoghi di sofferenza della famiglia del Profeta nella Damasco omayyade. All’atterraggio intonano appassionate invocazioni mentre sorridendo rassicuro lo steward impaurito. E penso subito ai lettori di Popoli!
 
Arabi cristiani
Le Paoline hanno pubblicato un’ottima edizione di inni di Efrem il Siro sulla natività e l’epifania. «Agar aveva visto una fonte d’acqua (cfr Gen 21,19: per i musulmani sarà il pozzo di Zem Zem alla Mecca) e da essa diede da bere al ribelle, quello che divenne un onagro nel deserto (cfr Gen 16,12: si tratta d’Ismaele).
 
Ancora Afghanistan…
Ho incontrato a Parigi il comandante Amin Wardak, uno dei più efficaci combattenti contro i sovietici negli anni Ottanta, poi esiliato in Francia a causa della guerra civile che ha portato al potere i talebani nel 1996. Appartenente alla maggioranza sunnita pashtun (la stessa popolazione del montagnoso Waziristan nel Pakistan occidentale, alla quale appartiene il grosso dei talebani), il mio amico è figlio d’un capo tribale sufi.
 
Il velo islamico in un mondo disincantato
Giorni fa ero all’aeroporto di Damasco ad aspettare amici. Molti aerei giungono da tutto il mondo musulmano. Le signore del Golfo arrivano sollevando il velo dal volto e mostrando magnifici foulard: sanno d’esser belle ed eleganti.
 
Onore ai caduti
«Gli americani hanno gli orologi, noi il tempo! »: la frase talebana m’è riferita da una giornalista inviata a Kabul. Con lei commento le irreparabili perdite umane (compresi i 6 militari italiani uccisi il 17 settembre), le elezioni afghane un po’ all’iraniana, la buona coscienza degli occupanti che non si rassegnano ad essere considerati nemico militare. Devono essere sempre forze di pace, liberatori. Certo, onore ai caduti! È chiaro però a molti che la caccia infinita a Ben Laden nasconde antichi disegni egemonici in Asia centrale.
 
Amicizia feriale
Arrivo all’ottobre missionario col fiato mozzo! La guerra civile che si riaccende in Sud Sudan, le sceneggiate libiche in Italia e italiane in Libia, le paludi irachene, afghane, pachistane: povere d’acqua e piene di fango. La Terra sempre meno santa… Allora son costretto a mandare la memoria a fare incetta di briciole di speranza. Mi limiterò a raccontarvi della mia estate al monastero, nel desiderio di far parte di un’immensa ragnatela d’amicizie che fa da paracadute a questa nostra povera civiltà islamico-cristianoebraica afflitta da cronica conflittualità.
 
Mar Morto?
Maggio 2009. Entrano i reali di Giordania. Il Centro congressi di Amman è gremito dei partecipanti al Forum economico mondiale per il Medio Oriente. In prima fila c’è la classe dirigente «moderata» araba, a cominciare dal segretario generale della Lega, Amre Moussa. Sul palco sono appena saliti i dieci finalisti del concorso per «giovani imprenditori sociali».
 
W la coscienza!
F. è iracheno di famiglia sciita. Emigrò in Europa per sfuggire a Saddam. Ormai in pensione, si occupa con la moglie olandese di progetti umanitari e fa su e giù con Baghdad. Vive in coscienza una profonda spiritualità sganciata dalla religione. Da giovane doveva essere comunista.
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